Archivi tag: Aborigeni

Port Douglas, Queensland: unico luogo con due siti Patrimonio Mondiale UNESCO

L’oasi tropicale di Port Douglas sulla costa nord-orientale dell’Australia – a nord di Cairns, nello Stato del Queensland – è l’unico luogo al mondo con due siti Patrimonio Mondiale UNESCO: la Grande Barriera Corallina e la foresta pluviale di Daintree, la più antica in vita sul pianeta.

La Great Barrier Reef è da scoprire praticando diving, snorkeling, a bordo di una barca a fondo di vetro, mentre la Daintree Rainforest – di proprietà della comunità indigena di aborigeni Kuku Yalanji – da esplorare per l’eccezionale biodiversità nelle sezioni di Mossman Gorge e di Cape Tribulation nel Daintree National Park, oltre che nelle zone umide tra eucalipti e mangrovie.

Four Mile Beach è incantevole per rilassarsi in spiaggia, pescare, divertirsi con sport acquatici come il kitesurfing, è interessante visitare i due isolotti corallini di Low Isles (Low Island e Woody Island) protetti nella Marine National Park Zone, dove nuotare in laguna e ammirare la ricchezza di vita marina praticando snorkeling, immersioni e da una barca con fondo di vetro.

In alternativa al mare, diverse sono le attività all’aria aperta: camminate, mountain bike, equitazione, deltaplano, sport estremi come lo zorbing, ma anche una visita al Wildlife Habitat Port Douglas per avvicinarsi alla fauna selvatica (uccelli come i pappagalli lorichetti, koala, coccodrilli, pitoni, ecc.) nel loro habitat naturale (foresta pluviale, zona umida, prateria).

Port Douglas
Photo Port Douglas by Fifi le Roux, on Flickr │ (CC BY-SA 4.0)

Cape Byron, NSW: sito tra i più suggestivi al mondo

Punto più orientale del continente dell’Australia, rinomato come sito naturale tra i più suggestivi al mondo, Cape Byron è proteso sull’Oceano Pacifico all’estremità settentrionale della costa del New South Wales (NSW) ed è compreso nella Cape Byron State Conservation Area.

Denominato dal capitano ed esploratore inglese James Cook nel 1770 in onore dell’ammiraglio connazionale John Byron, che aveva circumnavigato il globo tra il 1764 e il 1766, il promontorio di Cape Byron – 2 km a est di Byron Bay lungo Lighthouse Road – è di straordinaria bellezza per il variegato patrimonio naturale e culturale: foresta pluviale, pareti rocciose scoscese, scenari mozzafiato nell’entroterra e sull’Oceano, punti panoramici eccellenti per osservare il passaggio di balene megattere (whale watching) in migrazione e di delfini (dolphin watching), siti storici aborigeni (come Walgun) degli Arakwal, custodi tradizionali della zona.

Cape Byron
Photo Cape Byron by Andrea Schaffer, on Flickr │ (CC BY 4.0)

Lamington National Park, al confine tra Queensland e New South Wales

Lamington National Park
Lamington National Park (http://www.flickr.com/photos/bram_souffreau/400746472/) by bram_souffreau (http://www.flickr.com/photos/bram_souffreau/), on Flickr (http://www.flickr.com/) │ (CC BY-SA 3.0) (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)

Ad appena 30 km dalle coste meridionali del Queensland, al confine con il New South Wales, il paesaggio montano del Lamington National Park – suddiviso nelle due sezioni di Binna Burra e delle Green Mountains (zona O’Reilly sul versante occidentale del Lamington Plateau) – è una meta straordinaria per la concentrazione di diversità naturali, tra le più frequentate in Australia per ecoturismo, bushwalking e birdwatching. Escursioni lungo sentieri ben segnati lungo il McPherson Range conducono verso più di 500 cascate tra lussureggianti foreste pluviali subtropicali e temperate tra le più estese al mondo con le pinete di maggiore dimensione e gli alberi di faggio australe più secolari in Australia, flora e fauna selvatica (più di 120 specie di uccelli), offrendo una stupenda vista panoramica da quota 900 m.s.l.m. sulla Gold Coast, sul sud-est del Queensland e il nord del New South Wales. Continua la lettura di Lamington National Park, al confine tra Queensland e New South Wales

Uluru, Australia: colorata formazione sacra agli aborigeni

Gigantesca formazione rocciosa monolitica in pietra arenaria rosso ruggine, spettacolare per le colorazioni mutevoli – ocra, oro, bronzo, marrone, viola – che sembra assumere a seconda delle posizioni del sole durante il giorno e i mesi dell’anno, luogo sacro per le tribù aborigene locali Anangu Pitjantjatjara e Patrimonio Mondiale dell’Umanità (1987), Uluru è una delle icone naturali australiane più riconoscibili. Residuo stratificato sedimentario alto 335 m, lungo 3,6 km, largo 2 km, rimasto isolato dalla lenta erosione di una catena montuosa originale nella pianura desertica circostante, è visibile da decine di chilometri di lontananza nella regione sud-occidentale del Territorio del Nord, nell’Australia centrale. Per vedere le bellezze naturali – numerose sorgenti, pozze d’acqua, grotte, caverne, rocce corrose, arte rupestre e dipinti risalenti a migliaia di anni fa – che interrompono la dura superficie delle pareti a strapiombo di ‘Rock’ (che da lontano sembra quasi del tutto liscia), si deve arrivare nell’Uluru-Kata Tjuta Natalizio Park a bordo di un’automobile a noleggio prenotata presso l’Ayers Rock Airport, nel piccolo insediamento di Yulara, a pochi chilometri a nord del confine del parco, o dalla città di Alice Springs (440 km a nord-est).
Mappato dagli europei nel 1872, il sito (aperto tutto l’anno, a pagamento) fu riconsegnato dal governo australiano in proprietà agli aborigeni ufficialmente nel 1985 a condizione che per 99 anni venisse gestito insieme all’associazione nazionale National Parks and Wildlife. Secondo l’ancestrale mitologia del ‘dreamtime’ (tjukurpa) indigena locale, le origini e le caratteristiche geografiche delle formazioni naturali di Uluru (all’estremità orientale del quale vive tuttora la piccola comunità Mutitjulu) custodiscono l’essenza vitale e creativa generata da esseri ancestrali – giganti dalle sembianze in parte umane e in parte di animali o piante – con viaggi e azioni durante quell’epoca del sogno’ antecedente alla memoria umana. Tramandati in segreto soltanto tra aborigeni, spiegati in linea generale ai turisti, questo insieme di miti e credenze sono stati rappresentati in numerosi ancestrali dipinti rupestri sulla superficie di Uluru, così alcune sezioni di particolare valenza religiosa rituale della roccia sacra sono protette dal divieto di avvicinarsi o di scattare fotografie mentre, per il profondo significato spirituale (oltre che ambientale e di sicurezza), è ormai vietato anche salire o arrampicarsi sul sito. Durante la passeggiata quotidiana guidata (gratuita, accessibile ai disabili) dalla base di Uluru, i Ranger raccontano la storia, le tradizioni, la vita, la cultura e l’arte Angun. Ma all’alba e al tramonto, le variazioni di colore della roccia rossastra (per l’ossidazione del ferro) in arancione acceso diventano uno spettacolo ancora più unico, particolarmente straordinario, davvero da non perdere.

L’Australia è tra i miei tanti viaggi quello che mi è rimasto nel cuore e che consiglio.

Queste sono due delle foto che ho scattato in occasione del mio ultimo viaggio in Australia.