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Uluru, Australia: colorata formazione sacra agli aborigeni

Gigantesca formazione rocciosa monolitica in pietra arenaria rosso ruggine, spettacolare per le colorazioni mutevoli – ocra, oro, bronzo, marrone, viola – che sembra assumere a seconda delle posizioni del sole durante il giorno e i mesi dell’anno, luogo sacro per le tribù aborigene locali Anangu Pitjantjatjara e Patrimonio Mondiale dell’Umanità (1987), Uluru è una delle icone naturali australiane più riconoscibili. Residuo stratificato sedimentario alto 335 m, lungo 3,6 km, largo 2 km, rimasto isolato dalla lenta erosione di una catena montuosa originale nella pianura desertica circostante, è visibile da decine di chilometri di lontananza nella regione sud-occidentale del Territorio del Nord, nell’Australia centrale. Per vedere le bellezze naturali – numerose sorgenti, pozze d’acqua, grotte, caverne, rocce corrose, arte rupestre e dipinti risalenti a migliaia di anni fa – che interrompono la dura superficie delle pareti a strapiombo di ‘Rock’ (che da lontano sembra quasi del tutto liscia), si deve arrivare nell’Uluru-Kata Tjuta Natalizio Park a bordo di un’automobile a noleggio prenotata presso l’Ayers Rock Airport, nel piccolo insediamento di Yulara, a pochi chilometri a nord del confine del parco, o dalla città di Alice Springs (440 km a nord-est).
Mappato dagli europei nel 1872, il sito (aperto tutto l’anno, a pagamento) fu riconsegnato dal governo australiano in proprietà agli aborigeni ufficialmente nel 1985 a condizione che per 99 anni venisse gestito insieme all’associazione nazionale National Parks and Wildlife. Secondo l’ancestrale mitologia del ‘dreamtime’ (tjukurpa) indigena locale, le origini e le caratteristiche geografiche delle formazioni naturali di Uluru (all’estremità orientale del quale vive tuttora la piccola comunità Mutitjulu) custodiscono l’essenza vitale e creativa generata da esseri ancestrali – giganti dalle sembianze in parte umane e in parte di animali o piante – con viaggi e azioni durante quell’epoca del sogno’ antecedente alla memoria umana. Tramandati in segreto soltanto tra aborigeni, spiegati in linea generale ai turisti, questo insieme di miti e credenze sono stati rappresentati in numerosi ancestrali dipinti rupestri sulla superficie di Uluru, così alcune sezioni di particolare valenza religiosa rituale della roccia sacra sono protette dal divieto di avvicinarsi o di scattare fotografie mentre, per il profondo significato spirituale (oltre che ambientale e di sicurezza), è ormai vietato anche salire o arrampicarsi sul sito. Durante la passeggiata quotidiana guidata (gratuita, accessibile ai disabili) dalla base di Uluru, i Ranger raccontano la storia, le tradizioni, la vita, la cultura e l’arte Angun. Ma all’alba e al tramonto, le variazioni di colore della roccia rossastra (per l’ossidazione del ferro) in arancione acceso diventano uno spettacolo ancora più unico, particolarmente straordinario, davvero da non perdere.

L’Australia è tra i miei tanti viaggi quello che mi è rimasto nel cuore e che consiglio.

Queste sono due delle foto che ho scattato in occasione del mio ultimo viaggio in Australia.